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Nell’ambiente Endogeo
Molte altre specie endemiche dei Lepini vivono nell’ambiente endogeo, come la Crowsoniella relicta che ha un’enorme estensione e ospita spesso specie arcaiche o relitte. Gli artropodi endogei, vivendo nelle microfessure del suolo sono spesso caratterizzati da corpo piccolissimo, assenza di occhi, appendici corte e lentezza dei movimenti.
Tra quelle endemiche più interessanti si ricorda Neobacanius laurentii, descritta nel 2005 del Monte Semprevisa. E’ un minuscolo coleottero cieco appartenente agli isteridi, una famiglia che annovera circa 4000 specie in tutto il mondo, ma solo pochissime sono endogee o cavernicole. Notevole è anche Lepinisticus vignai, genere e specie endemici: è un isopode depigmentato e cieco, conosciuto solo nel versante Nord del Monte Semprevisa.
Endogei sono anche gran parte dei coleotteri endemici dei Monti Lepini: 2 carabidi, Anillus pacei e una specie inedita di Duvalius; Otiorhynchus (Lixorrhynchus) pacei e Otiorhynchus (Lixorrhynchus) pennisii, 2 ‘punteruoli’ ciechi conosciuti solo del Monte Semprevisa; ben 8 specie di coleotteri stafilinidi quali Vulda (Typhlodes) lepinensis, Scotonomus lepinensis, Alevonota crypticola, eccetera.
I Monti Lepini ospitano inoltre specie subendemiche, cioè che vivono su questi monti e in poche altre aree, come per esempio una minuscola chiocciolina (Islamia sp.) raccolta in acque sulfure dei Lepini e dell’Appennino; Bathysciola vignai, coleottero colevide conosciuto solo del Monte Semprevisa e di una grotta dei Monti Ausoni; Otiorhynchus (Nehrodistus) rhinoceros, coleottero curculionide noto soltanto di Carpineto Romano e di Subiaco (Roma), e molte altre ancora.
Testi tratti da:
“Lepini, Anima selvaggia del Lazio”
Edizioni Belvedere. ISBN: 88-89504-03-X