La suggestione dei Monti Lepini nasce dall’incantevole universo di forme e colori che costituiscono il paesaggio vegetale di queste antiche montagne. Camminando sui suoi sentieri si passa dagli affascinati paesaggi d’alta montagna (numerose vette raggiungono i 1.400 metri) e si arriva a quelli più solari e mediterranei del versante Tirrenico. Qui si può apprezzare la semplicità delle aree agricole o dei caratteristici terrazzamenti che contraddistinguono le zone meridionali e occidentali alle quote più basse.
L’eterogeneità ambientale è il frutto dell’integrazione di vari fattori: la peculiare posizione geografica dei Lepini (fra gli Appennini e il Tirreno), l’articolata geomorfologia (differente esposizione e pedenza dei versanti), l’elevata diversificazione microclimatica e la presenza di differenti substrati (rocce e suoli), uniti alla millenaria azione dell’uomo. Tutto questo ha creato un mosaico di comunità vegetali cui corrisponde un’eccezionale ricchezza floristica.
Tutta l’area, compresa in un intervallo altimetrico dal livello del mare fino ai 1.536 m del Monte Semprevisa, ospita circa 1.300 specie vegetali che corrispondono a più di un terzo dell’intera flora del Lazio!
Tali specie appartengono a regioni biogeografiche molto differenti tra loro e si susseguono e si fondono come tessere di un complesso mosaico, principalmente ordinate dal fattore climatico e altitudinale.
Il clima dei Monti Lepini
Il clima di questo gruppo montuoso è essenzialmente temperato, con inverni rigidi ed estati fresche. Il clima mediterraneo interessa solo marginalmente il comprensorio nella stretta fascia di raccordo tra i versanti sudoccidentali e la Pianura Pontina.
All’interno della regione temperata si individuano almeno 4 principali varianti climatiche (in funzione dell’esposizione, della quota e della morfologia dei versanti), ciascuna con peculiari valori di temperatura e precipitazioni.
Le aree cacuminali e i versanti sopra i 1.000 m sono contraddistinti da freddo invernale piuttosto intenso, con frequenti nevicate che spesso si verificano anche a primavera inoltrata. L’assenza di aridità estiva è dovuta a precipitazioni abbondanti in tutte le stagioni. E’ questo il clima che si riscontra sui principali rilievi come quelli dei Monti Semprevisa, Erdigheta, Lupone, Alto e Gemma.
Nelle zone collinari e pedemontane orientali, come quelle di Patrica, o della valle di Carpineto Romano, i rigori dell’inverno si attenuano gradualmente al diminuire della quota. L’aridità estiva è pressochè assente grazie alle copiose precipitazioni che tuttavia subiscono una lieve riduzione estiva solo nell’area di raccordo con il fondovalle del fiume Sacco.
I versanti collinari occidentali, e di gran parte della valle dell’Amaseno, beneficiano invece dell’azione mitigatrice del mare in misura maggiore: gli apporti estivi sono infatti sporadici e determinano un’aridità concentrata nei mesi di luglio e agosto.
La mancanza di precipitazioni estive si accentua ulteriormente in una stretta fascia pedemontana e collinare che comprende i territori tra Cori e Sezze: in quest’area il clima diviene tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e asciutte.
La vegetazione dei Monti Lepini
In questo contesto climatico le comunità vegetali si distribuiscono secondo esigenze ben precise: faggete, boschi misti, ostrieti, cespuglieti, prati-pascolo, ampelodesmeti, leccete, sugherete e macchie, si susseguono secondo un ordine definito dall’altitudine, dall’esposizione dei versanti e dalla tipologia del substrato.
Nella zona alto-montana, sopra i 1.000 m di quota, sono diffusi i boschi di faggio (Fagus sylvatica) e i pascoli d’alta quota, con numerose specie tipiche dei climi temperati centro-europei.
Tra 600 e 1.000 m, sempre in ambiti montani, divengono più frequenti i boschi misti di aceri e carpini, e i querceti a dominanza di cerro (Quercus cerri), con numerose piante caratteristiche delle regioni temperate orientali europee.