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ITINERARI

Itinerario

 

Tematismo: storico, artistico

Luogo di partenza: Tempietto della Pace  (Via di Serroni)

Difficoltà: nessuna

Tempo: 2 ore circa

Si narra che, dopo la distruzione di Privernum romana, una parte degli abitanti fuggiaschi si sia ritirata sul vicino colle “Castrum Crucis”, formando il primo nucleo odierno abitato di Roccasecca Dei Volsci. Le sue origini medioevali sono chiaramente impresse nel tessuto urbanistico, che segue la tradizione insediativa classica: strade strette e case ordinate di architettura povera mantengono alcune strutture ed elementi decorativi medievali (portali, cortili, cimase) addossate per formare uno schieramento difensivo compatto.

Arrivando sia da Latina che da Roma si può passare davanti al Tempietto della Pace su Via di Serroni , situato circa a 4 km dal centro abitato, ai piedi della salita che porta al paese. Fatto costruire dai Massimo nel 1661, a pianta circolare, ha il parametro esterno scandito da lesene in mattoni, mentre la copertura è conica, rivestita da mattonelle colorate disposte a lorica. All’interno un piccolo altare ed un affresco coevo alla costruzione.

Arrivati nel borgo si prosegue lungo Via Roma alla fine della quale è possibile parcheggiare. Poi si prosegue a piedi lungo Via Principe Massimo, poco dopo, all’entrata del centro storico, è situata la Chiesa di San Sebastiano, per decenni  è stata abbandonata, ed è stata recuperata da poco da parte dei volontari della parrocchia. Sono stati riportati alla luce degli affreschi interessanti del XVI secolo, che raffigurano San Sebastiano, San Nicola da Bari, San Giovanni Battista, San Tommaso D’Aquino.

Più avanti in Piazza Umberto I sorgono Il Palazzo Baronale, che comprende il Museo dell’olio ed è sede del Municipio e la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo.

Il Palazzo ha una struttura forse quattrocentesca, ma con forti modifiche successive, in particolare nella corte del castello medievale, ad opera del cardinale Carlo Camillo Massimo II intorno al 1650. Una breve rampa conduce al portone d’ingresso: sale e stanze interne sono state restaurate in modo elegante. In un grande salone c’è una gigantesca macina di pietra con una splendida base anch’essa in pietra e un torchio in legno a vite. E’ il frantoio a trazione animale fatto costruire nel 1786 dalla famiglia Gabrielli nel cortile del palazzo. Nella Cappella del Principe, grande affresco della Natività.

Il Museo dell’olio  situato all’interno del Palazzo Baronale,  offre un percorso dedicato alla cultura contadina e alla memoria. Oltre a valorizzare la cultura dell’olio, punta a riportare alla luce dei mestieri antichi, scomparsi o cambiati nel tempo.

La Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, impegna uno dei lati della Piazza Umberto I. L’aspetto è quello che le deriva dai rifacenti che agli inizi del XVII secolo vi operarono in Massimo. Dominata da un timpano di vertice, è scandita da due piani: nel primo si apre la porta di accesso, a sua volta sormontata da un piccolo timpano, mentre nel secondo, separato da un cornicione, si staglia un’edicola centrale, affiancata da due finestre centinate. All’interno, la navata è fiancheggiata da quattro cappelle per lato, con dipinti d’epoca e sculture in legno. Sotto l’altare principale, la statua cerea di San Massimo, le cui spoglie vennero qui portate dai Massimo nel 1666.

Adesso si può tornare indietro a riprendere l’auto e  riscendere lungo Via Roma, svoltando poi su Via Regina Camilla , proseguendo dritti alla rotonda su Via Santa Croce alla fine della quale è situata la Chiesa di Santa Croce . Sembra essere di matrice medioevale, anche se presenta manomissioni successive.

Ora continuando su Via Raffaele, svoltando poi su Via Don Adriano Bragazzi  si arriva al Tempietto  di San Raffaele Arcangelo. Fu edificato nel 1659 ad opera del cardinale Massimo, figura di spicco della Curia Romana durante il papato di Innocenzo X ed Alessandro VII.  Dall’alto del colle il tempietto domina il centro urbano. In stile classico, risplende con il rosso intenso dei mattoni della sua facciata, coronata dal timpano e delimitata da quattro lesene in mattoncini rossi; nel suo interno, con volta a botte, sono notevoli gli affreschi attribuiti alla scuola del Domenichino, con scene del ciclo di Tobia e Tobiolo, tratto dal Vecchio Testamento.

Qui l’Itinerario di Roccasecca Dei Volsci giunge al termine.