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Sermoneta divina: un viaggio nelle chiese storiche di un borgo incantato

Chiesa di San Giuseppe 

La chiesa di San Giuseppe, collocata all’ingresso di Sermoneta e dedicata al suo santo patrono, conserva all’interno una delle più pregevoli testimonianze del proficuo rapporto tra i Caetani, signori del luogo, e Girolamo Siciolante, artista sermonetano a lungo attivo con successo nell’Urbe pontificia. Si tratta di un ciclo di affreschi commissionati al pittore da Bonifacio Caetani, tra il 1550 ed il 1552, per la piccola cappella di famiglia all’interno della chiesa. L’edificio di culto, pur costruito nel primo quarto del secolo XVI, venne completato con la facciata, oggi visibile, soltanto nel 1733. L’interno, una aula rettangolare, è coperto da volte a crociera e si amplia in tre cappelle per lato, a pianta semicircolare. Al centro del lato destro, la cappella Caetani appare interamente decorata e incorniciata da un grande arco di trionfo dipinto, i cui pilastri con capitelli corinzi sono istoriati da grottesche. Nel vano la decorazione pittorica presenta al centro la Madonna col Bambino e San Giuseppe e ai lati San Girolamo e San Bonaventura; nella fascia superiore vi sono riquadri dipinti con due episodi della Passione di Cristo; nella semicalotta, sotto un’Assunzione, sono poi raffigurate alcune Storie dalla Genesi e scene tratte ancora dalla Passione. Girolamo Siciolante realizza questi dipinti, quasi certamente, al posto di quelli richiesti nel 1549 per alcune stanze del palazzo Caetani di Sermoneta. Gli affreschi appaiono oggi segnati dal tempo e dall’umidità, che ne pregiudicano in parte la lettura. Si possono però ben cogliere chiare suggestioni di matrice michelangiolesca in parte rivisitate dalla cappella Ponzetti di Baldassarre Peruzzi, in Santa Maria della Pace a Roma. L’autentica marca distintiva del Siciolante appare essere lo straordinario uso del colore, peraltro già palesato in alcune opere giovanili: gli arditi impasti cromatici e gli intensi “changeants” dei panneggi fanno dell’artista sermonetano una delle personalità di spicco della cultura figurativa romana nella seconda metà del Cinquecento. Sempre a Sermoneta sono conservate altre due grandi opere del Siciolante: presso il Castello Caetani è la splendida Pala di Valvisciolo (1541) e nel Museo Diocesano la solenne Incoronazione della Vergine (1570 circa). E ancora, presso la chiesa di San Nicola a Bassiano, si può ammirare la bella tavola del Cristo benedicente, dipinta dall’artista intorno al 1565.

Collegiata S. Maria Assunta 

Nella seconda metà del ‘700, lo storico sermonetano Pietro Pantanelli (1710-1787) scrive che agli inizi del sec. XI la chiesa di S. Maria si trovava in stato di abbandono e nel secolo successivo veniva ricostruita, in uno stile che possiamo definire “romanico”. A questa fase ne segue una costruttiva “cistercense”, che comporterà la sostituzione delle coperture lignee con volte a crociera e l’irrobustimento dei pilastri, realizzato addossandone di nuovi a quelli esistenti. Il periodo rinascimentale e barocco è caratterizzato dalla costruzione delle numerose cappelle. Infine nel XVIII secolo viene edificata la nuova sacrestia, ampliando la più antica cappella di S. Antonio. L’edificio, preceduto da un portico  antistante l’omonima piazza, è a tre navate di cinque campate più le absidi, di cui quella destra circolare, mentre la sinistra e il coro sono quadrati. E’ databile al 1420 circa la lunetta che Coleberti dipinge sopra il portale maggiore della chiesa e al 1456 la pala con la Madonna degli Angeli che Benozzo Gozzoli realizza per l’altare maggiore (oggi conservata nella prima cappella destra della Collegiata). Allo scadere del Quattrocento si possono collocare gli affreschi della controfacciata con il Giudizio Universale, dipinti da Desiderio da Subiaco. Nel 1603 viene affrescato il coro su commissione della famiglia Americi con Storie della Vita della Vergine. Nel 1715 il pittore sermonetano Domenico Fiorentini – lo stesso autore dei dipinti murali dell’Oratorio dei Battenti – dipinge un intero ciclo in affresco nella cappella del Rosario, in fondo alla navata destra. Nel 1740 viene costruito l’altare maggiore e il baldacchino ligneo ispirato a quello berniniano in S. Pietro. Il ciclo di affreschi dedicati alla Vita della Vergine si sviluppa sulle tre pareti del coro più la volta; sono rappresentate 25 scene che interessano lunette, vele, tondi e riquadri. I dipinti sono stati attribuiti alla mano di Bernardino Cesari, fratello del Cavalier d’Arpino, con la partecipazione di alcuni aiuti. Sulla parete destra è la scena con la Nascita di Maria, un episodio non riportato dai Vangeli, che riferiscono della Vergine soltanto a partire dall’episodio dell’Annunciazione. Il grande affresco sermonetano, riprendendo i tradizionali canoni iconografici, mostra all’interno di un’ampia stanza, sullo sfondo, a destra, la madre della Vergine, Anna, ancora distesa nel grande letto a baldacchino, assistita da una levatrice . In primo piano la piccola Maria – il cui capo appare circondato da una luminosa aureola dorata (il nome Mariam significa illuminatrice) – è amorevolmente accolta da un gruppo di donne, teatralmente disposte attorno a Lei, mentre preparano il bagno per la neonata. In questo mondo interamente al femminile l’unica presenza virile è quella di Gioacchino, marito di Anna, che nel registro superiore dell’affresco, fa il suo ingresso in scena a capo chino e con grande fascio di luce (divina) alle sue spalle. La parte inferiore del dipinto risulta non visibile perché coperta dagli stalli lignei collocati nel 1611 a conclusione dei lavori di ristrutturazione del coro.

Chiesa San Michele Arcangelo 

La chiesa di S. Michele arcangelo (o di Sant’angelo) risale al XII secolo, probabilmente costruita sui resti di un tempio pagano nel nucleo originario del paese. In epoca gotica e nel XIV secolo l’edificio viene modificato ad opera dei Conventuali. Nel XVI secolo Camillo Caetani fa eseguire ulteriori lavori. La facciata a capanna è anticipata da un pronao con archi a sesto acuto e volte a crociera . La pianta, irregolare a causa dei numerosi interventi nel tempo, è articolata in tre navate coperte da volte a crociera semplici (senza costolature); la zona del presbiterio è rialzata perché sovrapposta ad un ambiente voltato. Nella prima cappella destra era conservata l’Incoronazione della Vergine di Girolamo Siciolante, oggi conservato nel Museo diocesano. Nella prima sala della cripta sono riconoscibili affreschi dei secoli XII-XIV raffiguranti dei santi, tra cui è riconoscibile Lucia, Pietro, Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria. E’ identificabile anche un Cristo benedicente e un’Annunciazione . Per alcuni di essi è stata espressa una attribuzione a Pietro Coleberti e a Desiderio da Subiaco, già operanti per gli affreschi in S. Maria Assunta. Tramite una scala si scende in un altro ambiente – un oratorio utilizzato dalla Confraternita dei Battenti – ove si conservava, sulla parete di fondo, un dipinto ad olio con una Crocefissione a firma di Domenico Fiorentini eseguito nel 1799; sotto di esso, durante recenti lavori (2006-2013) di restauro della chiesa, è riapparso un affresco di medesimo soggetto del XVI secolo. A lato altri dipinti murali raffigurano San Pietro, San Paolo e San Sebastiano.

da testi di Ferruccio Pantalfini e Vincenzo Scozzarella 

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