Se il nostro tempo sarà ricordato come il tempo del coronavirus sarà bene tenere in conto ciò che di straordinario è stato causato, da questa pandemia, in tutti noi. Sarà importante tenere in conto delle sensazioni di angoscia, di sgomento, di straniamento, incatenate dentro ciascuno di noi e di tutti noi incatenati, in una strana solitudine, nei luoghi delle nostre abituali dimore.

Uno scenario davvero inquietante percepito come qualcosa di ancor più sconvolgente perché una cosa del genere non è mai accaduta prima (è ciò che si dice!).

Eppure l’Umanità ha attraversato innumerevoli peripezie e ha fronteggiato sconvolgimenti le cui tante esperienze sono parte integrante della cultura del mondo. È partendo da questa semplice consapevolezza che abbiamo voluto cercare una storia che potesse somigliare in qualche modo a ciò che stiamo vivendo; una storia capace di descrivere le potenti emozioni del dolore, dell’angoscia, della perdita e, le possibili vie d’uscita.

Mosul 2019, Laurance Geai. War and Revolution Story International Award
Mosul 2019, Laurance Geai. War and Revolution Story International Award

L’opera scelta è l’Eneide di Virgilio

 

Enea è l’uomo colpito all’improvviso dalla tragedia della distruzione e dalla devastazione della propria patria, della propria casa, della propria amata, e di tutto ciò di cui consistevano il suo benessere e la sua normalità.  Enea è l’eroe che si forma nella sconfitta, nella perdita, nel dolore, nell’abbandono. Enea prende sulle sue spalle il vecchio padre e nella mano il giovane figlio e va incontro al suo destino, diretto al suo futuro.

L’Eneide è un’opera ritenuta fondamentale per la nostra civiltà proprio nel senso dei valori posti alle sue fondamenta: il rispetto del dolore e la fragilità dei corpi, la pietà e la consolazione, il prendersi cura degli anziani e dei bambini, l’amore e la rinascita.

Pompeo Girolamo Batoni. A sinistra: Enea In Partenza Da Troia (1745). A destra: Enea e Anchise in fuga da Troia in fiamme (1748)
P.Girolamo Batoni. In sequenza: Enea In Partenza Da Troia (1745). Enea e Anchise in fuga da Troia in fiamme (1748).

E’ una storia di guerra, di sconfitta e di rinascita. Una storia che ci è vicina e che in qualche modo ci riguarda tutti. In modo particolare riguarda noi che apparteniamo alla grande comunità delle genti dei Monti Lepini, perché Enea si farà spazio in questi nostri luoghi e qui realizzerà la sua rinascita facendo convergere così la sua storia con la nostra storia.

A proposito dell’ Eneide, abbiamo chiesto a degli amici con cui abbiamo già collaborato e con cui condividiamo l’attenzione verso i temi e i valori identitari delle comunità dei Monti Lepini, di offrirci una riflessione oppure una interpretazione oppure una lettura, in formato video.

Non era nostra intenzione produrre dei materiali didattici o interpretativi, vista la presenza online di numerosi contenuti, anche di ottima qualitá.

Abbiamo chiesto ai nostri amici di provare a tirar fuori qualcosa che risponda semplicemente ad una interrogazione emozionale sull’Eneide. Una valutazione attraverso le emozioni che possano aiutare tutti a riconoscerle e avvicinarsi a questa grande opera.

Una ‘presa diretta’  in video per una ‘presa diretta’ degli umani sentimenti e delle umane sensazioni.

In fondo Enea è il trionfo dell’essere umano e dei valori dell’umanità che si affermano contro qualunque tipo di insidia e di sventura. È nella riaffermazione dei valori dell’essere umano che noi cerchiamo la prospettiva unica che può condurci fuori da questa drammatica e dolorosa vicenda causata dal coronavirus.

Grazie a: Giancarlo Loffarelli, Titta Ceccano, Lucia Viglianti, Salvatore Rosella, Mario Giorgi, Orazio Mercuri e Rita Pasqualucci che, tra innumerevoli difficoltà, hanno accettato di condividere parte della propria solitudine, per non lasciarci soli.

A voi il nostro più sincero e caloroso ringraziamento.
Il Direttore della Compagnia dei Lepini.
Fabrizio Di Sauro.

polemos

ΠΌΛΕΜΟΣ

POLEMOS

“Πόλεμος πατέρας όλων”

“Il conflitto è padre di tutto”

(Eraclito)

Viviamo un momento in cui sentiamo spesso ripetere “siamo in guerra”.

In guerra contro un virus, ma in guerra. Per non uscire sconfitti da questa guerra, a partire da una sconfitta psicologica che ci condannerebbe allo sconforto e alla disperazione, può essere utile prendere insegnamento dalla nostra tradizione culturale, la quale ci dice che l’uomo è riuscito a rifondare la propria esistenza dopo ogni guerra.

Hannah Arendt individua simbolicamente nella guerra con cui i Greci distrussero la città di Troia uno degli atti fondativi della nostra civiltà. Sembra assurdo pensare che ciò sia possibile, ma Arendt nota come, oltre tanta violenza, i grandi narratori di quel mito, che si raccolgono attorno al nome di Omero, hanno cantato il valore e la dignità degli sconfitti non meno dell’eroicità dei vincitori, tanto che l’umanissimo Ettore, oggi, lo sentiamo più vicino del semidivino Achille.

Virgilio, poi, ha fissato nella nostra memoria collettiva l’immagine di un giovane Enea che, caricandosi sulle spalle l’anziano padre Anchise, inizia il percorso di fondazione di una nuova civiltà, quella latina, che dunque si origina dalle ceneri di una città distrutta.

È un simbolo potentissimo dal quale potremmo trovare un riferimento per il compito a cui siamo chiamati dall’emergenza che stiamo vivendo: i giovani di oggi, portando con loro i meno giovani, trarranno forza per migliorare una civiltà colpita dalla tragedia che stiamo vivendo.

Nel racconto virgiliano, Enea giunge in questa nostra terra, s’incontra e si scontra con personaggi i cui nomi sono ancora presenti nei nostri luoghi, dall’Ufente del Libro VII alla Camilla del Libro XI.

Da qui l’idea di poter accompagnare questi nostri giorni di clausura forzata con la lettura dell’Eneide.

Nella loro clausura, i monaci trovavano, attraverso la preghiera della Liturgia delle Ore, un modo per vivere l’inalienabile dimensione comunitaria dell’uomo.

Ebbene, questa lettura dell’Eneide potrebbe essere una preghiera laica con cui scandire le nostre giornate, utilizzando la tecnologia che abbiamo a disposizione per sentirci parte di una comunità.

A leggere l’opera, donne e uomini che da sempre animano la vita culturale delle nostre città anche attraverso la pratica teatrale e desiderano continuare a farlo.

Giancarlo Loffarelli.

Enea, Anchise e Ascanio. Gian Lorenzo Bernini, Galleria Borghese, Roma.
Enea, Anchise e Ascanio. Gian Lorenzo Bernini, Galleria Borghese, Roma.

I video dei partecipanti artistici

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