montelanico

Montelanico

Introduzione

Lungo la via Carpinetana, alle pendici dei Monti Pruni, si distende fra secolari castagneti Montelanico. Narra la fiaba di un pastore il quale tanto si dedicò a tosare il suo gregge che ne ottenne un “monte di lana”, da cui il nome della città; la leggenda storica vuole invece che Montelanico derivi dall’illustre famiglia romana dei Metelli, che colà possedevano un loro latifondo denominato “fundus metellanicus” o “metellanicensis”.

Cenni Storici

Le prime notizie sul Castello di Montelanico, sorto con ogni probabilità intorno all’anno 1000, si ricavano da una bolla papale del 1154 dove figura tra le proprietà dei Canonici Lateranensi, sotto la giurisdizione del vescovo di Segni dal 1182 per bolla di papa Lucio III. Nel 1189 Montelanico fu trasmesso ai Conti di Ceccano assieme alle fortezze di Collemezzo, Pruni e Montelongo, ma negli anni passò più volte di mano fra i potentati della zona, come i Caetani e i Conti di Segni, divenendo teatro di continue lotte per il potere, saccheggi e distruzioni. Particolarmente feroce fu la strage operata dai soldati anagnini inviati dalla casa Caetani nel 1313. Montelanico subì poi razzie e uccisioni, come altre città lepine, durante la discesa in Italia di Carlo VIII (1494) e la guerra di Campagna fra papa Paolo IV Carafa e Filippo II di Spagna (1557).

Nel 1640 Carlo Conti, erede universale del Duca Federico Conti, oberato di debiti, fu costretto a vendere Montelanico ai Barberini con gli annessi castelli, ma 11 anni dopo questi ultimi la cedettero ai Pamphili Aldobrandini. È solo nel 1722, sotto il possesso di Don Camillo Pamphili Aldobrandini, che Montelanico ebbe il suo primo statuto civico che regolava i suoi rapporti con il Principe.

Gli ultimi signori di Montelanico furono i Doria Pamphili fino a quando la cittadina non divenne Comune autonomo dello Stato Italiano, nominando come suo primo Sindaco, nel 1871, don Francesco Raimondi, sacerdote anticonformista, apertamente favorevole all’unità nazionale.

Montelanico, circa 2100 abitanti, è una delle poche città lepine ad aver aumentato la propria popolazione negli ultimi 40 anni anziché diminuirla.

Arte e Cultura

La cittadina si presenta in modo quasi teatrale al visitatore. L’antico borgo medioevale, in posizione elevata, sembra fare ala al torvo palazzo signorile che, con la sua torre centrale, si sporge spavaldo alla vista della sottostante Piazza Vittorio Emanuele II. Intorno all’ampio slargo di questa si riunisce il borgo nuovo, con le sue facciate colorate che giocano col sole. Particolarmente felice la presenza della fontana dei Putti al centro della piazza, che completa con un tocco di grazia il primo colpo d’occhio sulla città. Salendo al borgo le quinte dei boschi accentuano il sapore rurale delle casette medievali, poste all’orlo del cielo coi loro tetti di coppi e i muri di pietre grigie a raso.

Delle tre chiese della città la più importante è quella di S. Pietro Apostolo, situata nel punto in cui anticamente si apriva la porta principale del Castello, al termine della salita Muriglio. Ricostruita nel 1750 a seguito di un terremoto, è a un’unica navata, con due cappelle per lato. Particolarmente degni di nota sono un bellissimo quadro ad olio del Camuccini, raffigurante la Madonna del Soccorso e, sulla parete a destra dell’altare maggiore, un prezioso ciborio per Oli Santi di scuola fiesolana. Settecentesca di fondazione è la Chiesa di S. Antonio, detta “Tigri” dal nome del suo committente, il vice governatore Francesco Tigri.

La seicentesca Chiesa di S. Maria del Soccorso è interessante per la sua storia: inizialmente un’umile edicola che conservava un’immagine della Vergine, divenne meta di pellegrinaggio e devozione mariana, e quindi vero santuario.

Fra i boschi di Montelanico si conservano i fascinosi ruderi dei Castelli di Pruni e di Collemezzo. Le mura smozzicate dal ferro e dal tempo rievocano la memoria delle guerre e dell’importanza strategica del territorio fino a tutto il Rinascimento.

Enogastronomia e Prodotti Locali

La cultura culinaria di Montelanico è popolana e silvicola. Funghi porcini, tartufo nero e castagne raccolti nei boschi danno il “la” a molte pietanze, fra cui le paste lavorate a mano (la raminaccia, gli gnocchetti lunghi e le recchie de preite), e la squisita polenta con fagioli, cotiche di maiale e fave secche detta j’appallocco, che si accompagna con verdura cotta, salsicce, e un discreto vino locale.

Manifestazioni, Folclore, Eventi e Tradizione

Il sabato successivo alla festività di S. Michele Arcangelo (8 Maggio) i montelanichesi ne trasportano in processione la statua fra spettacoli e fuochi artificiali. L’immagine della Vergine del Soccorso, patrona di Montelanico, viene invece festeggiata durante la terza domenica di Settembre. La terza domenica di Ottobre ha luogo la Sagra della Castagna, con degustazione delle caldarroste, formaggi ed altri prodotti locali nelle cantine nel centro storico aperte per l’occasione.

Sport e Natura

Escursioni e passeggiate nei boschi sono rese gradevoli da sentieri percorribili tutto l’anno e dotati di rifugi, alla ricerca dei ruderi medievali, pace silvestre e splendidi panorami. Il territorio è ricco di esemplari faunistici che si possono incontrare nella macchia, e di una flora molto bella e variata.