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Fontane del Tripisciano

La due fontane monumentali, con mostra artistica, prendono il nome dallo scultore siciliano Michele Tripisciano. Esse vennero innalzate nell’anno 1890 in occasione dell’inaugurazione dell’acqua del monte Carpino, fatta giungere in Carpineto per volere di papa Leone XIII.

Si tratta di due opere simili nell’impostazione e nella progettazione.

La prima, posta in Piazza Giuseppe Pecci, di fronte a Palazzo Pecci,  presenta un frontespizio con stemma pontificio ed un bacino con tre delfini attorcigliati, a ricevere acqua da un mascherone. Nella parte centrale, una lastra marmorea in squisiti distici latini racconta i benefici dell’acqua del monte Carpino, mentre lontano si odono rumori di guerra (velata allusione ai problemi europei di fine secolo XIX).

La seconda, sita in Piazza Regina Margherita, presenta un elegante frontespizio oblungo nel cui mezzo resta incorniciata una lapide marmorea con distici elegiaci del pontefice carpinetano. Ai lati della mostra scendono due delfini che versano acqua su due coppe sorrette da telamoni pesciformi, mentre al centro un’altra coppa riceve direttamente acqua dalla bocca di un leone. Le tre coppe, a loro volta, versano il prezioso liquido su un grandioso bacino.

Monumento ai caduti

Croce monumentale sul Monte Capreo 

Nell’anno 1899 la punta del Capreo, ribattezzata “punta Leone XIII”, fu scelta tra 19 vette italiane ritenute simboliche per un monumento al Redentore, a ricordo dei 19 secoli di Redenzione Cristiana e della patria del pontefice.

Il sottocomitato Lepino, pose la prima pietra il 26 Agosto 1900 e l’opera colossale venne inaugurata il 29 Agosto 1901.

Incaricato del progetto fu l’ingegner Camaiti e l’esecuzione fu opera affidata alle maestranze carpinetane. Un’opera poderosa in pietra scalpellata con basamento a piramide tronco conica di 7 metri di altezza, su cui venne innalzata una croce in ferro di 20 metri, del peso 38 quintali e raggiera di ferro di 4 metri di diametro.

Sul frontespizio della cona di base venne apposta una lapide con versi latini dettati da papa Leone XIII.

A causa dei forti agenti atmosferici, l’opera leoniana ha avuto, a partire dall’anno 1980, parziali restauri, fino all’attuale sistemazione arricchita all’interno da pannelli pittorici con un significativo ciclo dedicato a papa Leone XIII.